Saturday, October 28, 2023

Friday, October 16, 2020

Tuesday, March 31, 2020

(scrittura di) ricerca senza virgolette / marco giovenale. 2020

Saranno almeno cinquanta-sessant'anni, più di mezzo secolo, che in Italia si parla di ricerca letteraria, così come - ovviamente - di teatro di ricerca; senza contare che in Francia l'espressione musique de recherche risale agli anni Quaranta del Novecento.

Estendendo il discorso, qui mi limito a un piccolissimo numero di esempi, delle dozzine che si potrebbero portare (e su cui uscirà altrove un mio articolo, prossimamente).

Alfredo Giuliani, il 3 ottobre del 1963 a Palermo già chiariva: "una cosa è la letteratura d’intrattenimento, altra cosa la letteratura di ricerca e di conoscenza". La collana che Einaudi vara nel 1965, a tutti nota, si chiama "La ricerca letteraria". L'espressione ha già almeno tre decenni nel momento in cui entra nel piano dell'opera Letteratura Italiana Einaudi, diretta da Alberto Asor Rosa (il tomo 4 del vol. 2 dell'opera, uscito nel 1996, dedicato al Novecento, si intitola precisamente La ricerca letteraria - anche se stringe il fuoco dello sguardo principalmente su Calvino).

La dizione "ricerca letteraria" nella rivista veronese «Anterem» appare per la prima volta con il numero doppio 11-12 dell’agosto-dicembre 1979.

Il libro Poesia italiana della contraddizione (a c. di Franco Cavallo e Mario Lunetta, Newton Compton, Roma 1989) fin dalle introduzioni sembra lasciare spazio a pochi dubbi, in termini di poetica. Ma anche limitandoci alla quarta di copertina troviamo, addirittura in grassetto e incorniciata da una quadratura rossa, questa descrizione: "Un’antologia di voci e di tendenze che opera una sistemazione provvisoria rispetto a quanto in un’area di ricerca avanzata si è fatto in poesia da parte di autori appartenenti a diverse generazioni".

Dal 1993 al 2004, soprattutto per merito di Renato Barilli, si tengono a Reggio Emilia gli incontri di "RicercaRE", poi trasposti, dal 2007 in poi e col titolo di "RicercaBO", a San Lazzaro di Savena e poi a Bologna.

Nella rivista «Baldus» (1990-1996) le occorrenze di "ricerca" e "poesia di ricerca" non si contano.

Una storica, importante rivista come «Rendiconti», diretta da Roberto Roversi, riprende le pubblicazioni (dopo un'interruzione iniziata nel 1977) assumendo dal luglio 1992  il sottotitolo "Quadrimestrale di ricerca letteraria". L'anno dopo, Renato Barilli e Filippo Bettini curano il volume 63/93. Trent’anni di ricerca letteraria. Convegno di dibattito e proposta, Elytra, Reggio Emilia 1993.

Per gli autori della mia generazione le espressioni, "ricerca", "scrittura di ricerca", "poesia di ricerca", "ricerca letteraria" (o "in letteratura"), tra fine anni Ottanta e inizio del XXI secolo, erano di fatto fortemente percettibili come già ereditate da eredi, trasmesse a prescindere da noi. Solide.

Parla di «ricerca» (e convoca testi di autori di poesia e scritture così definibili) Paolo Zublena, nell’antologia da lui curata per il n. 135 (2005) di «Nuova Corrente».

Direi infine, senza altri addenda, che in questi ultimi vent'anni la ricerca, magari malvista, rivista, criticata, rimodulata, è stata presente come entità palesemente accolta dal e fissata nel contesto letterario.

Nonostante ciò, nell'anno 2020, ancora alcuni critici e studiosi sentono il bisogno di metterla tra virgolette. Poesia o scrittura "di ricerca". Come se mettessero tra virgolette "computer", o fotografia "digitale". L'astio che li separa dalle punte sperimentali del Novecento è pressoché inscalfibile.

   

Friday, November 22, 2019

do not trust incomplete essays about asemic writing

To critics, asemic writers, essayists, curators, journalists and all the people dealing with the *recent* history of asemic writing:

DO NOT trust incomplete essays, poor bibliographies and books or --generally speaking-- texts improvised by authors who do not mention important web pages, mag articles, projects, personal and collective exhibits, blogs and groups which have been flourishing everywhere in the recent --say-- twenty years.

I find an astonishing lack of data in --poorly written-- Italian essays I've recently read (on line and in books), so I want to strongly point out there's no space for amateurishness, narcissism and ignorance when talkig about the work of thousands of authors. One cannot mention them all, yes. But it's impossible to forget some basic elements and fundamental sites and texts.

To critics, asemic writers, essayists, curators, journalists and all the people dealing with the *recent* history of asemic writing:

DO NOT trust incomplete essays, poor bibliographies and books or --generally speaking-- texts improvised by authors who do not mention important web pages, mag articles, projects, personal and collective exhibits, blogs and groups which have been flourishing everywhere in the recent --say-- twenty years.

I find an astonishing lack of data in --poorly written-- Italian essays I've recently read (on line and in books), so I want to strongly point out there's no space for amateurishness, narcissism and ignorance when talkig about the work of thousands of authors. One cannot mention them all, yes. But it's impossible to forget some basic elements and fundamental sites and texts.

It's not possible to ignore Jim Leftwich's thousand pages about asemics, the work of Peter Ganick, Miron Tee, Jukka-Pekka Kervinen, Karri Kokko, Rosaire Appel, Lina Stern, Riccardo Cavallo, Roberto Cavallera, Marc van Elburg, Valeri Scherstjanoi, Jay Snodgrass, Miriam Midley, Bruno Neiva, Jeff Hansen, Orchid Tierney, and a bunch of other artists, or Tim Gaze's Asemic Editions (http://asemic-editions.blogspot.com/) or Avance Publishing (http://avance.randomflux.info/), or DeVillo Sloan's work (at IUOMA etc) and with https://asemicfront.wordpress.com/, or Cecil Touchon's sites http://asemics.com/ and https://ceciltouchon.com/, or Michael Jacobson's http://thenewpostliterate.blogspot.com/, or the AsemicNet founded in 2011 by me and others, https://asemicnet.blogspot.com/ (& related link pages), or https://gammm.org, or the asemic googlegroup https://groups.google.com/forum/?hl=it#!forum/asemic, or the Mycelium samizdat (first of all: https://it.scribd.com/doc/294236718/Without-Words-Exhibition-Catalogue), or Gleb Kolomiets' "Slova", or Mark Young's "Otoliths", Timglaset, Utsanga, or the most important facebook group of asemic writing, The New Postliterate, https://www.facebook.com/groups/76178850228/, and many others, e.g. Arte Asemica (https://www.facebook.com/groups/1642082306096440/), Asemic Reading (https://www.facebook.com/groups/1646865992070563), Asemic New Babylon (https://www.facebook.com/groups/895027887247653/), Extreme Writing Community (https://www.facebook.com/groups/202128996613211/), Writing Against Itself (https://www.facebook.com/groups/1208959535830352, founded by Jim Leftwich), or Quimby Melton's site SCRIPTjr, http://scriptjr.nl/, or the items one can found perusing tags & categories here and there, e.g. in https://slowforward.net/tag/asemic/, https://slowforward.net/category/asemic/, https://slowforward.net/tag/scrittura-asemantica/, http://liquidocomoeltiempo.blogspot.com/search/label/ESCRITURA%20AS%C3%89MICA, or the amount of vids one can find in YouTube or Vimeo, or the tons of interviews hosted on line. Or lots of tumblr blogs, the findings at Pinterest, or the images and infos Twitter spreads every day.

Not to mention the bibliography on paper (Asemic Magazine first: ...take a look at https://asemicnet.blogspot.com/p/mags-groups.html and http://asemic-magazine.blogspot.com/).

Well... Yes: the steps of an asemic path can be traced back to the first years of the 20th century. It will be a hard job. Years of hard study.

But one can of course focus on the new authors and mags only, and still face an impressive amount of documents, on line stuff, archives.

Do not tolerate people who (deliberately) ignore them.

This is what I wanted to say. Plain and simple.

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